Il colore nelle perle coltivate ha molte cause
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Keshi (ケシ), che significa semi di papavero in giapponese, era originariamente usato in Giappone per le perle naturali di dimensioni molto ridotte, ovvero le rarissime perle naturali Akoya che venivano raccolte localmente fino all'inizio del XX secolo. Oggi, tuttavia, il significato originale della parola "keshi" è stato corrotto ed è ora un nome commerciale per le perle madreperlacee non coltivate di acqua salata che formano, accidentalmente o intenzionalmente, all'interno della perla che producono molluschi come sottoprodotto del classico processo di semina o innesto. Le prime perle keshi coltivate segnalate all'inizio del XX secolo erano associate all'allora emergente allevamento di perle coltivate Akoya in Giappone e ora i "keshi" si trovano anche altrove e in altri molluschi madreperlacei produttori di perle (ad es. Mari del Sud, Tahiti). Distinguere le perle non coltivate con perline naturali è molto complesso, richiede esperienza di laboratorio e strumenti moderni - microradiografia a raggi X in tempo reale (RTX) e tomografia computerizzata a raggi X (µ-CT), e spesso si traduce in interpretazioni diverse. Nell'immagine, il Rockpool Styarfish Cuf di Paspaley con perle coltivate keshi dei Mari del Sud raccolte in quattro raccolti annuali, mostrando il carattere eccezionale di queste rare gemme biogene madreperlacee che vengono scoperte in quantità molto piccole ogni anno. p>
Fonte: Rui Galopin de Carvalho. (Accademia delle gemme del Portogallo)
La madreperla è stata usata fin dalla preistoria per l'ornamento. In epoca moderna, era anche usato artisticamente in intarsi, gettoni da gioco, manufatti devozionali, come perline per l'industria delle perle coltivate ma anche nell'industria dei bottoni, essendo piuttosto popolare prima che entrasse in azione la plastica. La madreperla è il rivestimento liscio madreperlaceo iridescente all'interno di alcuni molluschi e Pinctada maxima, l'ostrica perlacea australiana dei Mari del Sud (nota anche come ostrica bottone perla e ostrica madreperla) è stata una fonte piuttosto importante non solo per la qualità della madreperla ma anche perché le conchiglie selvatiche hanno dimensioni famigerate che oscillano in media tra 20 e 30 cm, fino a 40 cm in casi eccezionali. Sebbene le conchiglie locali nel nord siano state raccolte sin dalla preistoria, l'industria delle perle iniziò solo in Australia nel 1868, specialmente nel Queensland. Nelle foto, una selezionatrice di conchiglie di perle a Thursday Island, Queensland, Australia. Foto Frank Hurley © Biblioteca Nazionale dell'Australia; e una serie di conchiglie Pinctada maxima prodotte come bottoni, dalla collezione del Museum of Applied Arts and Sciences (foto in bianco e nero del 1933 presso la The Pearlbutton Manufacturing Co. Ltd a Sydney, New South Wales, Australia).
Fonte: Rui Galopim de Carvalho (Portogallo Gemas Academy)